Page 17 - Against Sepsis
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1.6 Cosa può fare il medico di Medicina generale per identificare la sepsi a casa?

                    “In primo luogo è utile domandarsi: ‘potrebbe essere sepsi?’ in tutti quei pazienti che
                                     presentano segni o sintomi di infezione anche non specifici e non localizzati”

Secondo le stime del NHS inglese, il 70% [11] dei casi di sepsi nascono fuori dall’ospedale ed è ipotizzabile che
il primo contatto del paziente a rischio di sepsi o con la sepsi sia con operatori dell’emergenza territoriale, dei
consultori e con i medici di famiglia. Il ruolo dei medici di medicina generale e dei pediatri nell’identificazione
tempestiva del paziente con sepsi si basa sull’impiego sistematico di una procedura di valutazione semplice
e standardizzata che porti a un’assegnazione di un livello di rischio (stratificazione del rischio) da alto, alto-
moderato, a basso, con conseguenti azioni di risposta che vanno dall’attivazione tempestiva dell’intervento
ospedaliero al mantenimento in ambito territoriale con utilizzo o meno di antibioticoterapia. Proponiamo,
di seguito, una procedura adattata dalle linee guida NICE. In primo luogo è utile domandarsi “potrebbe
essere sepsi?” in tutti quei pazienti che presentano segni o sintomi di infezione anche non specifici e non
localizzati (es. malessere generalizzato) anche senza febbre, con particolare attenzione anche a variazioni nel
comportamento o nell’umore, sia in senso negativo (sopore ecc.) che positivo (agitazione, irrequietezza ecc.)
manifestate dal paziente e\o riferite dai caregiver o dai suoi familiari. Ulteriore attenzione va posta nel caso in
cui non sia possibile raccogliere un’anamnesi accurata (es. barriere linguistiche o problemi di comunicazione).
Attraverso un consulto telefonico utilizzando qSOFA o elementi clinici della valutazione del rischio, è possibile
identificare pazienti a rischio sepsi che necessitano di visita domiciliare urgente (tabella 5).

 Strumenti MG: valutazione clinica al domicilio con ricerca di condizioni che aumentano il rischio di sepsi
 Età: <1 anno o >75 anni, oppure soggetti molto fragili
 Alterazioni del sistema immunitario causate da comorbidità o farmaci: deficit immunitari (es. diabete mellito, anemia falciforme,
 splenectomia), trattamento con chemioterapici o immunosoppressori, trattamento prolungato con corticosteroidi
 Interventi chirurgici o traumi o altre procedure invasive nelle ultime 6 settimane
 Cute non integra (es. tagli, bruciature, vesciche, infezioni cutanee)
 Uso di droghe per via iniettiva
 Cateteri a permanenza
 Donne gravide o che hanno partorito o abortito nelle ultime 6 settimane, in particolare se: affette da diabete gestazionale,
 diabete mellito o altre comorbidità, o che hanno avuto parto cesareo, uso di forcipe, svuotamento e revisione della cavità,
 rottura delle membrane prolungata, contatti prolungati, attuali o pregressi, con soggetti con infezioni da streptococco di
 gruppo A (es. scarlattina), sanguinamenti vaginali o perdite vaginali maleodoranti
 Neonati: colonizzazione materna da streptococco beta-emolitico di gruppo B (SGB), batteriuria o infezione in gravidanza,
 infezione da SGB in precedente nato, rottura prematura membrane, parto pretermine spontaneo ≤37 sett, parto
 pretermine in rottura membrane sospetta o confermata per ≥18 ore, febbre ≥38°C durante parto o corioamnionite
 sospetta o confermata, sospetta o accertata infezione in altro neonato in gravidanza multipla, terapia antibiotica
 parenterale alla madre nelle 24h prima o dopo il parto per sospetta o accertata infezione batterica invasiva

Tabella 5 - Strumenti per la MG: condizioni che aumentano il rischio di sepsi a casa

La valutazione soggetti con possibile infezione prevede l’analisi di:
    A.	 origine del focolaio infettivo (polmonare, urogenitale e addominale)
    B.	 condizioni che aumentano il rischio di sepsi
    C.	 segni o sintomi che potrebbero porre un sospetto clinico (es. comportamento insolito o disordine del
         sistema cardiovascolare o respiratorio).

Se si sospetta una sepsi: usare una checklist per stratificare il rischio (vedi tabella 6).
Se si sospetta una sepsi neutropenica in pazienti in terapia antiblastica: richiedere un’immediata valutazione
specialistica. Al domicilio del paziente è importante svolgere queste tre attività:

    1.	 Controllare temperatura corporea, frequenza cardiaca, frequenza respiratoria, pressione arteriosa,
         livello di coscienza, saturazione O2.

    2.	 Esaminare colorito cute (aspetto marezzato o livido), presenza cianosi periferica o periorale, rash non
         improntabile, integrità cute, presenza di petecchie.

    3.	 Rilevare quantità e frequenza minzione del paziente nelle ultime 18 ore.

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