Page 49 - Against Sepsis
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3.4 I sistemi di allerta rapida – ruolo del team emergenza medica
Le competenze specifiche del TEM nel contesto del percorso sepsi prevedono:
Fase di pianificazione/prevenzione: verifica dei presidi e della loro sanificazione (in particolare dispositivi non
monouso: sonde eco, presidi per la ventilazione...), verifica della possibilità di comunicazione diretta con infettivologo e
microbiologo (è raccomandato un numero telefonico dedicato o altro sistema di comunicazione disponibile 24H)
Fase di allerta: risposta all’urgenza/emergenza, triage
Fase di intervento: stabilizzazione del paziente, monitoraggio; verifica esecuzione di prelievo EGA con dosaggio dei
lattati ematici, prelievo per PCT (procalcitonina) qualora non già eseguiti da personale presente, raccolta anamnesi.
Conferma e attivazione del TEM, qualora il sospetto settico sia elevato e/o confermato.
Il TEM ha l’obiettivo di definire rapidamente con il consulente infettivologo di riferimento (o autonomamente,
se TEM con esperienza) il percorso terapeutico più appropriato e la somministrazione di terapia antibiotica,
considerando la diagnostica e il monitoraggio mirati su sospetto clinico (diuresi, temperatura, ematochimica
ecc). Sulla necessità di source control decide l’attivazione di consulenti (chirurgo, radiologo interventista ecc.)
in base al quadro clinico e strumentale.
3.4.1 Obiettivi del source control chirurgico nel team emergenza medica
Trovare la fonte nel sospetto di sepsi Es. obiettivo alla ricerca della fonte, incluse fonti che
potrebbero richiedere drenaggio chirurgico (come parte
dell’inquadramento iniziale)
Ricerca mirata della fonte nella storia clinica e nei reperti Es. urine e RX torace nell’identificazione fonte in sospet-
obiettivi to di sepsi
Imaging di addome e pelvi se dopo esame clinico e test iniziali non si ha evidenza di fonte
Coinvolgere team CH/GIN precocemente nel sospetto di infezione intraddominale/pelvica (in caso di necessità di
trattamento chirurgico)
Qualora il paziente presenti instabilità clinica, ovvero insufficienza d’organo, deve esserne programmato quanto
prima il trasferimento in area di degenza a maggiore intensità di cura e monitoraggio, comprese le aree intensive
e sub intensive. L’eventuale iter di trasferimento non deve rimandare la terapia e la diagnostica del caso.
Trasferimento: il trasferimento del paziente presso un’area di degenza a maggiore intensità deve essere
prontamente gestito e garantito da TEM con il supporto del personale di reparto di origine qualora si tratti
di percorso intraospedaliero o gestito da TEM e garantito da Emergenza Territoriale 118, qualora si tratti
di percorso intraospedaliero. È comunque raccomandata la gestione del paziente da parte del TEM fino
all’handover con il servizio 118. Considerare l’opportunità d’isolamento funzionale del paziente, se indicato.
Registrazione evento: è raccomandato che il TEM rediga consulenza di intervento su format dedicato o in
cartella clinica del paziente riportando chiaramente: tempi di attivazione, note cliniche sull’intervento, terapia
antibiotica somministrata, consulenti attivati, pianificazione del monitoraggio e della destinazione, indicazioni
su de-escalation antibiotica.
Obiettivi 1a ora: tempo da triage a controllo lattati, invio emocolture, PCT
di tempo 1a ora: tempo tra TRIAGE (attivazione TEM) e somministrazione terapia ATB
48 ore: tempo di rivalutazione terapia antibiotica e opportunità di de-escalation
3.5 Sintesi – identificazione dei pazienti a rischio sepsi in ospedale
Le attività cliniche ed assistenziali che possono ridurre la mortalità per sepsi e shock settico sono le azioni
di miglioramento diffuse sull’organizzazione. Fra queste, se parliamo di gestione clinica della sepsi,
l’identificazione tempestiva del sospetto di sepsi basata sugli score di gravità e una diagnosi clinica rapida
sono cruciali. I professionisti come singoli devono conoscere i fattori di rischio relativi alla sepsi e, come parte
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