Page 5 - Against Sepsis
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ABSTRACT > Di sepsi si muore, sempre di più. Diagnosticare la sepsi non è affatto semplice. La gran parte dei casi
ha origine comunitaria e può essere intercettata al domicilio del paziente o al Pronto soccorso. Meno spesso, la
sepsi si manifesta nei luoghi di cura. In questo documento sono riportate strategie per il suo riconoscimento e
per la cura nei diversi contesti in cui la sepsi si può manifestare, nonché per la prevenzione, ad ampio raggio, di
questa gravissima patologia e delle infezioni che ne sono causa; viene descritto anche l’impatto che cure non
appropriate possono avere sul paziente e sulla comunità . Si parla, comunque, di un cantiere aperto e attivo,
dove definizioni e strategie sono in divenire e le modifiche in corso d’opera risultano parte integrante del
progetto iniziale, come l’attenzione, che non deve mai venir meno.
SCOPO > Questo documento si basa sulle linee guida della Surviving Sepsis Campaign e sulle evidenze riportate
nella letteratura di ambito microbiologico, clinico-assistenziale, dei fattori umani, della qualità e della sicurezza
delle cure. Propone una visione delle criticità che la sepsi porta nel sistema sanitario non riconducibile a un
punto di vista disciplinare ma espressione della pluralità di prospettive dei componenti del gruppo di lavoro. Il
documento suggerisce e indica approcci che trovano un’integrazione sia sul piano strategico-organizzativo che
nella pratica clinico-assistenziale.
Premessa
Il sistema sanitario è cambiato e sta cambiando. Molti di questi cambiamenti sono generati dai risultati
conseguiti in passato, come l’incremento dell’aspettativa di vita, dovuto anche alla diffusione degli antibiotici.
All’invecchiamento consegue una maggiore fragilità , nella popolazione anziana, bisognosa di cure e soggetta
a infezioni, benché anche individui giovani e validi siano vittime della sepsi. Le Antibiotico-resistenze (AMR)
e le Infezioni correlate all’assistenza (ICA) sono generate dall’uso non appropriato degli antibiotici, non solo
nella popolazione anziana ma anche, ad esempio, in quella pediatrica, e da comportamenti non più funzionali
ai problemi attuali. Basti pensare ai risultati raggiunti dalla chirurgia trapiantologica, che possono essere
completamente invalidati da sopraggiunte infezioni. In questo contesto in evoluzione irrompe la sepsi, una
malattia nota da 3.000 anni. Perché allora se ne parla tanto adesso? Ciò che è nuovo non è certo la sepsi,
ma il contesto in cui essa si manifesta: più di 1 milione di persone in Europa ne sono colpite. Lo shock settico
può arrivare a uccidere quasi un paziente su due [1], e non perché la sepsi di oggi sia più aggressiva di quella
descritta da Machiavelli 500 anni fa, ma perché i sistemi sanitari attuali, le nostre abitudini di cura e gli elevati
standard raggiunti hanno permesso nuove possibilità di sopravvivenza, in cui le infezioni trovano modalità di
adattamento inedite. Questo documento si propone di fornire soluzioni possibili in maniera sostenibile, solleva
delle domande e propone delle risposte concrete ai problemi attuali, seguendo tre strade:
1. Aprire la visuale - “Quali sono i pazienti che sviluppano la sepsi? Perché la sviluppano? Quanti muoiono
e cosa succede a chi sopravvive?â€
2. Impostare una strategia integrata per gestire l’incertezza - “Per gestire la diagnosi di infezione è necessario
un approccio basato sulla stratificazione del rischio di sepsi e shock settico; è necessaria una integrazione
delle nuove attività di gestione (dette stewardship) della diagnostica e dei trattamenti. Quali sono queste
stewardship e perché creano discontinuità con i modelli precedenti? “
3. Agire tempestivamente - “Cosa fare per affrontare la sepsi? Se non è stato possibile prevenirla, è necessario
trattarla.â€
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