Page 84 - Guida alle Vaccinazioni
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Sintomi – Stati morbosi - Situazioni      Vaccino               Vaccinare?

Nelle condizioni di rischio i vaccini inattivati possono essere somministrati durante la chemioterapia se il paziente è in
buone condizioni cliniche, non ha infezioni in corso e non ha tossicità d’organo.180 In questi pazienti i vaccini dovrebbero
essere risomministrati dopo il ripristino dell’immunocompetenza a meno che non sia stata documentata una risposta
anticorpale protettiva.179
Un sufficiente ripristino dell’immunocompetenza si ha a remissione di malattia, dopo 3 mesi dalla sospensione della
chemioterapia o 6 mesi in caso di somministrazione di anticorpi anti-linfociti B (es. rituximab) o altri anticorpi monoclonali
(es. alemtuzumab).
Se possibile le vaccinazioni dovrebbero essere somministrate prima dell’inizio della chemioterapia, di altre terapie
immunosoppressive, di radioterapia e splenectomia. In caso di interruzione del ciclo vaccinale la somministrazione delle
dosi mancanti va posticipata dopo il ripristino dell’immunocompetenza, a remissione della malattia e dopo la conclusione
della terapia, senza necessità di ricominciare il ciclo;178,180 è raccomandata la somministrazione di una dose di richiamo dei
vaccini previsti dal calendario. Vedi anche “Tumori solidi”.

Nota 5: nella valutazione tenere conto anche del trattamento eseguito. Vedi sezione D.

Idrocefalo                                tutti si

IGA, deficit (vedi “Deficit di IgA”)

IgG, deficit (vedi “Deficit selettivo di sottoclassi di IgG”)

IGRA, test positivo (vedi“Tubercolina, test cutaneo positivo”)

Immunodeficienza combinata (vedi “Immunodeficienza grave nel ricevente”)

Immunodeficienza comune variabile (vedi “Agammaglobulinemia”)

Immunodeficienza congenita,               Vaccini vivi          vedi nota 1
storia familiare accertata o sospetta di  tutti gli altri
                                                                si vedi nota 2

Nota 1: prima della somministrazione di vaccini vivi a bambini di età inferiore a 12 mesi (es. rotavirus, febbre gialla o MPR
in casi di viaggi in zone ad alta endemia) deve essere raccolta una anamnesi accurata relativamente all’eventuale
presenza di famigliari affetti da immunodeficienze congenite fino a secondo grado (nonni, genitori e fratelli).7 Segni di
allarme sono rappresentati da infezioni ricorrenti, persistenti o gravi e ritardo di crescita nel ricevente. Comunque gli stati di
immunodeficienza possono essere non ancora diagnosticati nei bambini piccoli in occasione delle prime vaccinazioni
anche se le immunodeficienze severe (es. SCID) sono generalmente diagnosticate prima dei 6 mesi di vita. La diagnosi
può essere stata posta in fratelli maggiori o vi può essere all’anamnesi storia di morti infantili non altrimenti spiegate.16 In
caso di anamnesi familiare positiva o sospetta di disturbi dell'immunodeficienza (es. storia familiare nota o sospetta di

malattia da immunodeficienza congenita o infezione da HIV, o storia di ritardo di crescita e infezioni ricorrenti), è

controindicata la somministrazione di vaccini vivi fino a che sia completata la valutazione dello stato immunitario del
ricevente e sia stata esclusa una immunodeficienza.4,15 Se l’immunodeficienza è esclusa la vaccinazione può essere
regolarmente eseguita, se invece è stata diagnosticata una immunodeficienza vedi anche “Immunodeficienza grave –
immunodepressione grave primitiva e secondaria” e l’eventuale più specifica voce. La valutazione deve essere effettuata
dal medico vaccinatore, eventualmente con la consulenza del medico specialista che ha in cura il caso.

Nota 2: vaccini inattivati, ricombinanti, subunità, polisaccaridici, coniugati e tossoidi possono essere somministrati a tutti i
pazienti immunocompromessi perché sono sicuri ma la risposta alla maggior parte dei vaccini può non essere adeguata e
quindi l’immunogenicità può essere sostanzialmente ridotta. Quindi questi vaccini non sono controindicati.4 Può essere
opportuno valutare se rimandare la somministrazione fino a che sia completata la valutazione dello stato immunitario del
ricevente e sia stata esclusa una immunodeficienza.4,15 Se l’immunodeficienza è esclusa la vaccinazione può essere
regolarmente eseguita, se è invece è stata diagnosticata una immunodeficienza vedi anche “Immunodeficienza grave –
immunodepressione grave primitiva e secondaria” e l’eventuale più specifica voce. La valutazione deve essere effettuata
dal medico vaccinatore, eventualmente con la consulenza del medico specialista che ha in cura il caso.

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