Page 4 - BRCA test
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di BRCA deve essere effettuata in un laboratorio specializzato che utilizzi un metodo di analisi
validato” (18).

Niraparib, un altro PARP inibitore, è attualmente disponibile in Italia come monoterapia per il
trattamento di mantenimento di pazienti adulte con carcinoma ovarico epiteliale sieroso, carcinoma
delle tube di Falloppio o carcinoma peritoneale primario, di grado elevato, recidivato, sensibile al
platino, che stiano rispondendo (risposta completa o parziale) alla chemioterapia a base di platino”
(19), indipendentemente dalla presenza di difetti BRCA.

Più recentemente EMA ha approvato l’impiego di:

- olaparib, indipendentemente dallo stato BRCA, (sulla base di studi prospettici randomizzati che
hanno dimostrato il beneficio di questi farmaci come terapia di mantenimento in tutta la
popolazione di pazienti con recidiva platino-sensibile);

-di un altro inibitore di PARP, il rucaparib, come terapia di mantenimento delle pazienti platino-
sensibili con variante patogenetica BRCA germinale e/o somatica, con carcinoma ovarico ad alto
grado, carcinoma delle tube di Falloppio o primitivo peritoneale, trattate con due o più linee di
chemioterapia con platino e che non possono tollerare ulteriore terapia con platino (20).

Nonostante queste nuove opzioni terapeutiche abbiano dimostrato la loro efficacia anche nel setting
di pazienti che non presentano alterazioni dei geni BRCA (wild type), è comunque importante che
questi siano analizzati in tutte le pazienti con carcinoma ovarico (ad esclusione dei tumori mucinosi
e borderline) per i seguenti motivi:

1- le pazienti che risultano positive al test presentano un beneficio al trattamento con PARP
     inibitori superiore rispetto a quelle in cui non sono state riscontrate varianti patogenetiche (21);

2- l’utilizzo di olaparib come mantenimento dopo una chemioterapia di prima linea nelle pazienti
     positive al test BRCA ha evidenziato, in uno studio randomizzato di fase III, un vantaggio
     statisticamente significativo nella progression-free survival (PFS); infatti la mediana è stata di
     13.8 mesi nelle pazienti che ricevevano placebo e non è stata raggiunta a 3 anni nelle pazienti
     che hanno ricevuto olaparib (HR 0.30; 95% CI 0.23- 0.41; p<0.001). Diventerà quindi
     importante conoscere lo stato BRCA al momento della diagnosi iniziale, in quanto questa
     nozione potrebbe informare il trattamento di prima linea più adeguato (22)

3- per le pazienti BRCA-positive affette da tumore ovarico viene posta indicazione ad una
     sorveglianza attenta sull’insorgenza di secondi tumori (carcinoma mammario e altri tumori
     associati alle sindromi eredo-familiari associati alle mutazioni dei geni BRCA);

4- nelle pazienti BRCA-positive con malattia avanzata l’incapacità di riparare il danno al DNA
     indotto dalla chemioterapia conferisce una prognosi significativamente migliore rispetto a
     quella delle pazienti wild type;

5- le rilevanti implicazioni sulla prevenzione oncologica nei familiari, soprattutto in caso di esito
     positivo del test BRCA (17, 23, 24, 25).

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