Page 11 - Linee Guida nazionali Postura
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di ingegneria meccanica, si ricorre spesso al termine di “catena cinetica chiusa” per
definire una siffatta modalità correlativa.

Nel modello umano, qualsiasi modificazione spaziale e funzionale dovuta a forze
vettoriali applicate ad un qualsiasi anello della catena induce, necessariamente, una
modificazione a carico dei componenti appartenenti al medesimo sottosistema e/o
agli altri sottosistemi a configurazione spaziale. Si viene, così, a creare un
meccanismo di compenso intra sistemico (fisiopatologico) che comporterà un
adattamento, tramite possibili rotazioni e asimmetrie su tutti i piani, della testa, del
collo, del tronco e degli arti. Ogni individuo compenserà in modi diversi, in base a
numerosi fattori (patrimonio genetico, ambiente, attività, ecc.), assumendo una
postura funzionale alle proprie caratteristiche. Tale postura tenderà a peggiorare, nel
tempo, con eventuale insorgenza di espressioni cliniche caratterizzate da diminuzione
della lunghezza e variazioni del tono muscolare, disordini muscolari fino alla fibrosi
miofasciale.

Pertanto, la disfunzione posturale può essere definita come la condizione in cui i
sottosistemi sono coinvolti da alterazioni spaziali vicendevoli, tali da determinare
alterazioni nell’equilibrio sia statico che dinamico, nonché eventuale insorgenza di
dolore miofasciale.

La disfunzione posturale si presenta, clinicamente, attraverso alterazioni dei
sottosistemi dell’apparato muscolo-scheletrico, che si correlano a disfunzioni di tipo
discendente o ascendente.

Ai fini diagnostici, è necessaria la valutazione di:

• 5 sottosistemi strutturali - biomeccanici a configurazione spaziale, con
     organizzazione a catena cinematica chiusa con sei gradi di libertà (cervico-
     mandibolo-cranico, sterno-scapolo-omerale, pelvico, complesso piede-caviglia e
     colonna vertebrale nella sua interezza);

• 3 sottosistemi a configurazione funzionale (osteo-muscolo-fasciale costituito da
     tessuto osseo-muscolare-tendineo-legamentoso e fasciale; neurologico di tipo
     senso-motorio somatico, costituito dall’insieme del sistema nervoso periferico-
     recettoriale e centrale; neurologico di tipo senso-motorio vegetativo, costituito
     dall’insieme del sistema nervoso simpatico e parasimpatico, con le sue vie
     periferiche, correlate agli organi viscerali e con le sue componenti centrali,
     centri midollari, sostanza reticolare, diencefalo, ipotalamo);

• 2 sottosistemi a configurazione mista spaziale e funzionale integrata (gli
     emisomi).

Il dolore miofasciale può essere spontaneo o provocato dalla palpazione.
Il dolore spontaneo indica la presenza della disfunzione posturale mentre quello
provocato alla palpazione (in base al settaggio del muscolo soglia) indica la
predisposizione del paziente a sviluppare la disfunzione.

Pertanto, sono importanti:

- l’anamnesi;

- l’ispezione e la palpazione di specifici distretti e aree funzionali ai fini della
     ricerca di tensione e/o dolore (D=destro/S=sinistro con grading 1=dolore leggero alla palpazione,

       2=dolore medio alla palpazione 3=dolore forte alla palpazione);

- la ricerca di segni e sintomi caratteristici.

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