Page 21 - Malaria: Prevenzione e Controllo in Italia - Ministero della Salute
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necessario, dunque, che il livello di attenzione nei confronti di questa malattia rimanga alto. Fasi indispensabili
per l’attuazione di un programma di prevenzione sono la continua sorveglianza dell’anofelismo residuo,
l’individuazione delle zone a rischio e la distribuzione sul territorio dei casi importati di malaria. Eventuali
cambiamenti ambientali e climatici potrebbero comportare variazioni nella densità e nella distribuzione delle
popolazioni anofeliche, mentre fattori politico-sociali potrebbero determinare modificazioni del flusso
migratorio da zone ad endemia malarica, come sta attualmente accadendo con i frequenti sbarchi di immigrati
lungo le nostre coste, con la possibilità che serbatoi d’infezione circolino in aree “a rischio” nella stagione
favorevole all’attività del vettore e allo sviluppo del plasmodio.

L’INCHIESTA EPIDEMIOLOGICA E L’INDAGINE ENTOMOLOGICA

Per ogni caso di malaria autoctona, qualunque possa esserne la causa, va condotta un’accurata indagine
epidemiologica. Qualora si sospetti un caso di malaria introdotta l’inchiesta entomologica, parte essenziale
dell’indagine generica, va affidata all’occhio di un esperto.
Per sospettare ragionevolmente che un caso di malaria possa essere stato trasmesso da una zanzara indigena,
l’indagine epidemiologica deve accertare che:
− nella zona sia presente un potenziale vettore di malaria;
− il caso si stia verificando tra giugno e ottobre;
− sia stata confermata la diagnosi di malaria con identificazione della specie di plasmodio responsabile;
− il paziente:

     non abbia mai avuto precedenti attacchi di malaria;
     non abbia viaggiato negli ultimi 3 anni in zone di endemia malarica;
     non abiti nei pressi di un aeroporto internazionale;
     non risieda o lavori in prossimità (nel raggio di 500m) di depositi/punti vendita di prodotti importati da aree
     tropicali;
     non abbia ospitato parenti o amici (con bagaglio) provenienti da aree di endemia;
     non sia stato ricoverato in ospedale e/o non abbia subito recenti interventi chirurgici;
     non abbia subito trasfusioni di sangue;
     non sia tossicodipendente.

Se la risposta è affermativa a tutte le domande, c’è buona probabilità che si tratti di un caso di malaria autoctona

introdotta, trasmesso da zanzare indigene. Pertanto l’inchiesta procederà come segue:

− accurata ispezione dell’abitazione, dei locali annessi e di tutti i ricoveri animali presenti nel raggio di 500 m

dall’abitazione del caso indice, con cattura di tutte le zanzare rinvenute;

− identificazione di specie del campione entomologico;

− ricerca dei potenziali focolai larvali, tenendo conto che An. labranchiae utilizza per lo sviluppo

prevalentemente raccolte d’acque chiare legate al suolo, permanenti o semi-permanenti;

− ricerca della fonte primaria d’infezione procedendo per cerchi concentrici a partire dall’abitazione del caso

indice. Individuata la fonte d’infezione si procederà all’ispezione della casa e dell’area circostante come già

descritto sopra.

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