Page 5 - STOP MGF (mutilazioni genitali femminili)
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procedura, infatti, interessa in genere soggetti al di sotto dei 15 anni, variando l’età secondo le
etnie, finanche a poche settimane di vita come in Yemen; ma una probabile media può essere
calcolata in una fascia prepubere dai 4 ai 12 anni. Attualmente sembra che l’età media si stia
abbassando forse per una maggior difficoltà a vincere la resistenza di bambine che cominciano a
sottrarsi al dolore delle pratiche, ma anche per maggior comodità di occultamento laddove esiste
una legislazione proibitiva in merito.
Nel 1995 l’OMS, pur ritenendo possibili forme intermedie, ha distinto 4 tipi di MGF e ne ha reiterato
la formulazione nel 2007.
Tipo I° - Circoncisione femminile limitata ad un incisione e
asportazione del prepuzio clitorideo. Noto anche come Sunna
nei paesi a cultura islamica.
Tipo II°.-Escissione Consistente nella rimozione del Clitoride
con asportazione parziale o totale delle piccole labbra.
Tipo III°-Infibulazione Comporta Escissione più scarificazione
delle grandi labbra che vengono fatte aderire lasciando una
piccola apertura per permettere il deflusso dell’urina e del ciclo
mestruale.
Tipo IV°- Include varie pratiche lesive con raschiature,
cauterizzazione, vari generi di tagli e incisioni e persino
introduzione di sostanze corrosive in vagina.
I primi due tipi costituiscono l’80% dei casi; il terzo tipo, molto
diffuso in Somalia, Sudan e Mali, raccoglie il 15%; residua un
5% che include il IV° tipo.
I vari tipi riflettono le varie etnie che così facendo affermano la loro identità ed esprimono la loro
atavica tradizione culturale. Tali pratiche, infatti, sono molto antiche, descritte già da Erodoto,
storico greco del V° secolo a.C., come pratiche tradizionali già in uso presso antiche popolazioni
dell’Africa e dell’Asia Minore quali Egiziani, Etiopi, Fenici , Ittiti. Antiche descrizioni in merito sono
riportate anche da altri antichi autori come il geografo greco Strabone, dell’epoca augustea, il
medico Sorano di Efeso del I°-II° secolo, il medico bizantino Paolo di Egina del 7° secolo.
Riscontri più recenti si trovano anche nella letteratura medica moderna; si cita per curiosità un
articolo di The Lancet del 1882 che riporta il caso del chirurgo tedesco Graefe che con la
clitoridectomia avrebbe curato con successo una ragazza affetta da “masturbazione eccessiva e
ninfomaniaâ€. In quegli anni in Europa, infatti, soprattutto in Francia, Germania e Inghilterra, si
diffuse per un certo periodo la pratica della clitoridectomia come terapia non solo di “ninfomania e
masturbazione eccessivaâ€, ma anche per epilessia,
isteria, melanconia e vari disturbi psichici.
Anche se una certa prevalenza può osservarsi in paesi
che ora manifestano cultura islamica, tale pratica
proviene da una cultura precedente molto antica che
non ha, pertanto, nessun riscontro con i testi della fede
religiosa attualmente professata.
Una corposa letteratura, non solo scientifica, ha
evidenziato con chiarezza gli effetti dannosi delle
Mutilazioni Genitali Femminili sulla salute psico-fisica
delle vittime sottoposte a tali pratiche, sia come
conseguenze organiche, immediate o tardive, che come
conseguenze di carattere psichico e sessuale. Occorre
Musmeci M. Stop MGF Pag. 5